Io e Lucio Battisti
Pietruccio Montalbetti
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FUORI COLLANAGenere
Saggistica generaleEan
9788867152780Pagine
256Formato
Brossura fresata con aletteUn prima e un dopo. Come tutti i grandi artisti, Lucio Battisti ha lasciato un’impronta indelebile nella musica italiana: le sue indimenticabili e rare apparizioni televisive, la sua voce asciutta e fragile, i testi semplici eppure così radicalmente diversi e innovativi, una composizione musicale complessa, accurata, dall’effetto struggente. Lucio Battisti è un autore che ancora oggi ascoltiamo senza esserne mai sazi. E che ancora oggi è rimasto ineguagliato, per la varietà dei temi e la ricchezza che hanno accompagnato tutto il suo percorso.
In tanti hanno scritto di Lucio Battisti, ma in pochi lo conoscevano davvero; la sua musica è stata discussa, analizzata, amata o odiata, ma dell’uomo si è detto solo quello che la sua profonda riservatezza permetteva. Pietruccio Montalbetti, chitarra leader dello storico gruppo dei Dik Dik, è stato il suo primo grande amico a Milano: questo libro è il racconto di un’amicizia lunga una vita, ancora più prezioso perché comincia prima che il successo discografico cambi la vita di entrambi. Montalbetti descrive i momenti di quotidiana leggerezza che hanno accompagnato le grandi svolte professionali: il primo incontro in una sala parrocchiale adattata a studio di registrazione; un Natale trascorso in famiglia; le gite e le passeggiate; l’inizio del sodalizio artistico con Mogol. Un libro fatto di ricordi che, oltre all’artista, rende giustizia all’uomo Lucio Battisti e al suo mondo di emozioni, timidezze, determinazione e talento.
"Non è ancora stato detto, ma Lucio Battisti fece una vera e propria ‘rivoluzione’. Non si ispirò, come qualcuno pensa, alla musica americana e inglese di quei tempi, ma cambiò il modo di scrivere le canzoni, ‘rivoluzionando’ anche diversi giri armonici tra quelli da sempre ‘laureati’, inventando altre combinazioni sonore e un altro modo di incasellare il tutto insieme a Mogol. Allievi e seguaci furono in primis i Dik Dik e altri gruppi del periodo. E tutti noi abbiamo goduto di quella splendida generazione frettolosamente chiamata ‘Beat’."
Renzo Arbore