Harry Potter
La traduzione
La traduzione di un libro, normalmente, va dalla prima pagina all’ultima. La traduzione della saga di Harry Potter non ha funzionato così. Non ha potuto: quando è stato tradotto il primo volume, il secondo non era stato ancora scritto e così i successivi. Soltanto al momento di affrontare il settimo, il traduttore ha conosciuto l’opera nella sua interezza. Nella pratica questo ha significato non avere la possibilità di scegliere con la necessaria ponderazione. L’editore ha così deciso di restituire ai lettori una traduzione che tenesse conto dell’evoluzione della saga, rivedendo, anche profondamente, i libri esistenti.
Cosa resta e cosa cambia
Rileggendo Harry Potter con il senno di poi, il senno di chi sa dove si annoderà, alla fine, ognuno dei fili che J.K. Rowling ha incominciato a tessere dalla prima pagina del primo volume, il comitato si è trovato di fronte, come nelle fiabe e nei labirinti, tre vie: mantenere la scelta fatta nel tradurre nomi di luoghi e personaggi; ritornare al nome originale o percorrere una terza via scegliendo un nome del tutto nuovo. Alcuni esempi:
Nel caso di Albus Silente è parso subito chiaro che a priori nessuna delle tre strade era di per sé quella giusta. Al momento di scegliere il cognome italiano, che era parso adeguato per un mago bizzarro ma anche solenne e capace di tenere in soggezione i suoi nemici, non si sapeva quello che J.K. Rowling avrebbe poi dichiarato: «Lo immaginavo come un mago benevolo, sempre in movimento, che mormora continuamente tra sé e sé»; dumbledore, in inglese, è il nome arcaico di bumblebee, il calabrone. Altro che ‘Silente’! Eppure, la storia dimostrerà che proprio i silenzi di Albus hanno avuto un ruolo determinante, e anche negativo, nelle avventure di Harry Potter e nella lotta contro la Magia Oscura.
La scelta di ritornare al nome originale di uno dei protagonisti principali della saga è stata fatta nel caso di Minerva McGonagall, la cui almeno apparente severità voleva essere espressa, nell’edizione italiana, dal roccioso adattamento McGrannit.
La terza via è quella che è stata meno frequentata. Quelle poche volte, però, si è rivelata preziosa. È stata percorsa nella scelta del nome delle Quattro case in cui si dividono gli studenti di Hogwarts: i loro nomi italiani seguivano solo in parte i corrispondenti inglesi: aggiungevano, per esempio, indicazioni di colore del tutto assenti nell’originale. Si è così deciso per Grifondoro, Tassofrasso, Corvonero e Serpeverde.
Ogni scelta è stata a lungo ponderata, tormentata, sofferta. La conoscenza dell’intera opera ha richiesto di ritoccare anche il lessico ‘tecnico’ degli incantesimi inventato da J.K. Rowling; la tassonometria delle creature fantastiche (i ‘folletti’ sono tornati a essere i ‘goblin’ come nell’originale); certe usanze, come i nomi e i cognomi che incominciano con la stessa iniziale.
Ogni dettaglio è stato rivisto e considerato con attenzione perché la nuova edizione fosse più vicina allo spirito dell’originale, nel rispetto di quello che è ormai diventato un grande classico dei nostri tempi.
Il curatore
Questo compito è stato affidato a Stefano Bartezzaghi, che ha dichiarato:
«Sono stato un appassionato di Harry Potter già dalla prima ora, lo sono stato fino all’ultima pagina. All’inizio sembrava una bellissima storia per ragazzi; alla fine del settimo volume, era un’opera diversa, i cui personaggi erano cresciuti assieme ai loro lettori. Neville Paciock era il nome giusto per il ragazzino pasticcione dell’inizio, non certo per il coraggioso eroe del settimo volume, nonché futuro professore di
Erbologia… Fare questi cambiamenti mi è perciò parso come restituire al testo qualcosa che gli era dovuto».
Il comitato
Con Bartezzaghi hanno collaborato a stretto contatto l'editor Viola Cagninelli, e un comitato a cui hanno partecipato Marina Astrologo e Beatrice Masini, che hanno tradotto rispettivamente i primi due e gli altri cinque volumi; le due editor che hanno curato i sette volumi per Salani, Serena Daniele e Daniela Gamba; l’ex curatrice del sito di Harry Potter, Maria De Toni; la presidente della Società Nazionale Harry Potter, Laura Faggioli; l'autore dello studio Harry Potter e la filosofia, Simone Regazzoni; il presidente di Salani, Luigi Spagnol e il direttore editoriale, Mariagrazia Mazzitelli.