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Pinocchio ha due aspetti: da un lato c'è Io sforzo di ammaestrare, di ammonire, preparare alle miserie e alle difficoltà della vita, e certo furono questi gli intenti razionali con cui Collodi si apprestò a scrivere il suo racconto. Ma ciò che rimane vivo del libro è invece quello che gli è sfuggito di mano, in cui Collodi ha trasferito la sua natura più autentica: il ragazzo che scappa, che vuole vivere il lato fantastico della sua infanzia, che si lascia abbagliare dagli incanti e che crede disperatamente alle illusioni. La vitalità di Pinocchio ha scavalcato con...
Rapimenti, macchinazioni di sordidi figuri, inseguimenti, cadute in abissi infestati da animali ributtanti, naufragi, catastrofi ferroviarie e tutti i luoghi comuni della letteratura rocambolesca trovano Amabel, "la bimba dal cuore intrepido, dalla fanciullesca purezza e dall'indole gentile", sempre eroica e piena di risorse, sempre educatissima e vigile nel non offendere i sentimenti altrui, neppure quelli degli squali, sempre attenta alla decenza del vestire e alla proprietà di linguaggio: uno spiritoso e ironico ritratto della bambina modello di un tempo, alle prese con una serie di irresistibili avventure horror.
Intrappolata in un autobus scolastico che corre nella notte, guidato da un conducente mascherato, una classe di bambini viene intrattenuta da uno strano scrittore che ha davanti a sé un tavolo con diversi oggetti, tra cui un cappio, un kit "fai da te il tuo scheletro", un vasetto d'erbagatta, una torta con le candeline sbilenche. Di ogni oggetto racconta la storia: storie sempre più tenebrose, malefiche, morbose. Età di lettura: da 11 anni.
Nella seconda metà dell'Ottocento, il piccolo figlio dello sceriffo si trova a vivere al centro di una tipica vicenda del West. Nessun ingrediente manca: c'è il vecchino, i banditi cattivi, gli indiani buoni, lo sceriffo un po' vago, le donnine del varietà, la coraggiosa moglie dello sceriffo. E ci sono i luoghi, gli oggetti, le canzoni, la diligenza. Ma tutto in una ridda leggera e divertente, come in un ironico cartone animato. Età di lettura: da 9 anni.
La storia di un vecchio lupo mannaro, ormai sdentato e inoffensivo, che durante una notte passa d'incontro in incontro (un barista, un vagabondo, un benzinaio, un ragazzo, tutti più o meno coinvolti in ricordi che riguardano la simbologia del lupo), nel tentativo di recuperare le forze ritrovando coloro che un tempo credevano nelle favole. Ma proprio perchè ormai i bambini di un tempo sono cresciuti e le hanno dimenticate, il lupo si sente debole e inerme. Soltanto una bambina sfuggente e misteriosa (una Cappuccetto Rosso che non ha più paura di lui) sarà capace di consolarlo.
Inglese, commediografo, Milne iniziò la sua carriera di scrittore per ragazzi pubblicando una raccolta di poesie dedicate a suo figlio Christopher Robin. Incoraggiato dal successo riportato, Milne decise di mettere per iscritto anche le storie di Winnie Puh, con le quali aveva allietato l'infanzia del figlio. In particolare "La strada di Puh" è stato pubblicato per la prima volta nel 1920.
C'era una volta una bambina che aveva una nonna serena, un padre preso dalle sue sculture, amichette scontente, amici marinai burberi; negli anni, insensibilmente, questi personaggi hanno abbandonato la loro natura umana e sono diventati animali, che Tove Jansson ha disegnato e descritto: Mamma Mumin, Papà Mumin, Misa, Tabacco. Appena mettiamo piede nella Valle dei Mumin, subito ne veniamo catturati: niente è più reale di questi esseri dolci e poetici e delle loro avventure, per straordinarie che siano. Trovano un Cappello-Folletto in cui gettano gusci d'uovo e ne escono nuvole, ci entra il troll Mumin e ne...
La Valle dei Mumin (quella dove è stato trovato il Cappello del Gran Bau) viene sommersa da una grande Ondata che tramuta la Casa di Mumin in un acquario. Portati dalle onde arrivano nuovi amici, il filosofico Spinetto e la depressa Misa, "tonda e gialla come la luna", mentre i Mumin, insieme a Mimla e alla feroce piccola Mi. S'installano in una nuova, misteriosissima casa che ha tende di velluto al posto della quarta parete, fondali che mutano, vestiti e parrucche a non finire e invisibili presenze. Non possiamo dire di più. Tocca a voi scoprire il...
Chi era il nonno dei robot? Chi era lo zio di Frankenstein? Il Golem è forse uno dei più antichi esseri artificiali leggendari: un gigante di argilla creato, su ispirazione divina, da un rabbino, in aiuto degli Ebrei di Praga; un enorme fantoccio che si anima solo quando in fronte gli viene inciso il completo Nome di Dio. In un primo tempo il Golem obbedirà agli ordini, ma poi comincierà ad avere vita propria, a essere invaso dalla malinconia, a sentirsi solo e diverso. E tra mito, filosofia e fantascienza, la sua storia avrà un finale fiabesco,...
Paul pensa di avere un'allucinazione quando vede emergere lentamente una testa dal comignolo di una casa abbandonata. Sulla testa c'è un cappello triangolare nero. Poi spuntano due braccia e un lungo cannocchiale. Un pirata sul tetto! Un pirata di cui Paul diventa l'aiutante fedele, incaricato di procurargli tutto il necessario per la sua avventurosa vita piratesca, da un pappagallo a una principessa. È un incantesimo che nessuna realtà potrà smentire, e Paul è sempre lì che attende di raggiungere Capitan Terrore, al canto delle sirene. Età di lettura: da 10 anni.
Ormai conoscete la Valle dei Mumin, dov'è atterrato Il Cappello del Gran Bau e dove la Magia di Mezz'Estate ha tramutato la Casa dei Mumin in un acquario. Ora è un inverno non meno magico, in cui il troll Mumin, unico della sua famiglia, si sveglia all'improvviso dal letargo e si trova in un mondo sconosciuto, popolato da misteriose creature. "Ci sono un'infinità di esseri che non trovano posto in estate, in autunno o in primavera" gli spiega Too-Ticki. "Tutte quelle creature un po' timide e strane che non stanno bene in nessun posto. Così se ne...
Quasi sempre le storie di bambini poveri sono tristi: infatti non c'è da stare allegri, a essere molto poveri. Ma ecco qui, miracolosamente, una storia di bambini poveri allegri, inventivi, vitali. Forse perché Smut, a sei anni, è così forte da prendere a pugni un marinaio? O perché Fylgia riesce a fare un ottimo caffè con i fondi di tutta la settimana? O perché Lotte è così ottimista che la chiamano Megliocosì? O soprattutto perché Anton ha vinto con un cruciverba un pranzo per dodici persone? Ma sarà proprio per dodici, quanti sono gli invitati, o i...